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   Il Punto

giovedì 9 aprile 2015

Cellule attive contro le metastasi di melanoma


Un potente strumento nella lotta ai tumori potrebbe provenire dai nostri stessilinfonodi. È questo il risultato di uno studio internazionale pubblicato su Nature Communications ecoordinato dal professor Ennio Carbone, dell’Università “Magna Grecia” di Catanzaro, a cui hanno dato uncontributo anche i ricercatori della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano guidati daldottor Andrea Anichini. “L’infiltrazione dei linfonodi da parte delle cellule del melanoma è una fasecruciale nella progressione della malattia” spiega il dottor Anichini, direttore della Struttura SempliceDipartimentale di Immunobiologia dei Tumori Umani all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. “Il lavorodimostra che nel microambiente del linfonodo stesso si liberano sostanze, dette interleuchine echemochine, capaci di attivare una particolare ed efficace risposta del sistema immunitario”.“Questi mediatori, tra cui in particolare l’interleuchina 6 e alcune chemochine (CXCL8 e CCL2), richiamanocellule chiamate Natural Killer, in sigla NK, attivandole in modo che siano più efficaci contro le celluletumorali” prosegue Anichini. “Il ruolo di queste cellule nella risposta del sistema immunitario ai tumori èsempre stato elusivo. Sapevamo che nel sangue svolgono un ruolo di ‘prima barriera’ contro la diffusionenell’organismo delle cellule tumorali, ma la loro precisa funzione a livello dei linfonodi invasi dalle celluleneoplastiche era finora scarsamente compresa”.Lo studio ha dimostrato che nei linfonodi infiltrati dalle metastasi di melanoma esiste una specificapopolazione di cellule NK con una forte capacità di riconoscere e uccidere le cellule tumorali.“Inoltre i risultati dello studio dimostrano che le cellule NK dei linfonodi possono essere distinte da quellepresenti nel sangue perché sulla loro superficie esprimono livelli diversi di molecole come CD56 e CD57”precisa la dottoressa Roberta Mortarini, che ha partecipato alla ricerca grazie a un finanziamentodell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.“Questo studio collaborativo tra diversi gruppi italiani ed esteri ha rivelato un fitto scambio dicomunicazioni tra l’ambiente in cui le cellule tumorali metastatiche si vanno a impiantare e le cellule delsistema immunitario” concludono i ricercatori. “Conoscere i termini di questo discorso può aiutarci amettere a punto nuove strategie terapeutiche per combattere lo sviluppo e la diffusione del melanoma”,commenta il dottor Mario Santinami, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Generale adIndirizzo Oncologico 4, che ha partecipato allo studio.Un possibile sviluppo futuro di questa ricerca potrebbe essere basato sull’isolamento ed espansione inlaboratorio di cellule NK, prelevate dai linfonodi, e successiva reinfusione nell’organismo, in modo dapotenziare la risposta contro la malattia.Allo studio hanno contribuito anche altri gruppi italiani, come quello del professor Maurizio Bifulco,dell’Università di Salerno, e quello del professor Alessandro Moretta dell’Università di Genova, e Istitutiinternazionali, tra cui l’Harvard Medical School di Boston, negli Stati Uniti, il Karolinska Institutet diStoccolma, in Svezia e il King’s College dell’Università di Cambridge, nel Regno Unito.Per la realizzazione dello studio è stato cruciale il ruolo dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro(AIRC), che ha supportato i laboratori italiani coinvolti nella ricerca.

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